Dolos

“Dolos inganna gli Dèi attraverso le bugie” 

 

I modi di mentire sono molteplici e ancora di più le bugie.

Alcune di queste sono così consuete, universali e socialmente accettate, che ormai le diciamo senza nemmeno pensare che in realtà stiamo mentendo.

Sono le cosiddette “Bugie Bianche”, addirittura classificate scientificamente e studiate sia a livello psicologico che antropologico.

Quando mentiamo però la mimica facciale può tradirci: lo sguardo, gli occhi le labbra, addirittura anche il naso, possono smascherarci, e rivelare che stiamo mentendo.

Dolos indaga questo fenomeno.

Si tratta di una serie di ritratti di amici, parenti e conoscenti, che in situazioni particolari hanno reagito mentendo, attraverso l’uso di “ Bugie Bianche”, e che l’obiettivo fotografico ha colto sul fatto.

Contrazioni del volto, occhi abbassati, piccole smorfie svelano all’osservatore attento e in questo caso anche al fotografo, la verità.


Come il Dio greco, in realtà,  anche Dolos è una forma di inganno fotografico.

Non si tratta di persone reali, di bugiardi nati.

I protagonisti ritratti, altro non sono che il risultato di un software di Intelligenza Artificiale che “crea esseri umani”, utilizzato dal cinema, dalla tv, nella creazioni di video, dai media in generale.

Questi personaggi esistono nel metaverso e le espressioni facciali che gli stessi assumono, sono il frutto di un’attenta ricerca e scelta, atta ad abbinare i frame proposti dal software di AI, con la bugia espressa.

Si tratta di tipiche mimiche facciali di chi mente.

A questo punto, si può dire che Dolos è una bugia nella bugia.

La fotografia di fatto è una menzogna.